Da “Brew In A Bag” a “Brew In A Pipe”

Chi mi segue sa che sono da sempre assiduo sostenitore del metodo BIAB che, fino a ieri sera, ritenevo l’unico modo per poter fare birra in fretta (poco più di 4 ore a cotta), con poca attrezzatura (una sola pentola da pulire) e senza fatica, il tutto con risultati del tutto paragonabili ad un All-Grain classico.

In passato ho provato un paio di volte il metodo a 3 tini sfruttando, oltre alla fidata BUFFALO da 40 litri, un vecchio bollitore elettrico da 30 ed una pentola da 25 su fornello, ma con scarsi risultati e tempi troppo lunghi se paragonati al BIAB (in realtà la prima volta eravamo in 3 ubriachi fradici e abbiamo sbagliato un paio di passaggi, che hanno portato la birra alla deriva ahaha).

Alla ricerca di un metodo col quale fare anche sparge, che fosse veloce come il BIAB e che mi potesse garantire ripetibilità della ricetta, l’unica prospettiva era l’acquisto del Grainfather. Sotto Natale ci ho pensato e ripensato, era appena uscito il nuovo controller con PID e bluetooth per connetterlo al telefono, la cosa mi intrigava… ma poi ho letto commenti negativi su Facebook e sui forum (che vanno sempre presi con le pinze in quanto molti che

l’unica prospettiva era l’acquisto del Grainfather

acquistano il Grainfather sono alle prime armi e a malapena sanno quello che stanno facendo, ma l’idea che mi sono fatto è che i produttori abbiano “fatto le corse” per farlo uscire entro Natale incrementando le vendite con un controller non ancora pronto). Considerando che bollitore con nuovo controller più copertura termica originale sarebbe andato a costare quasi 900 euro… ho desistito ed ho continuato a fare BIAB.

Poi mi sono detto “e se costruissi un cestello per la mia pentola e la trasformassi in un Grainfather?”

IL CESTELLO

Già da tempo alcuni utenti dei forum hanno fatto la stessa cosa, spesso utilizzando la pentola Klarstein Beerfest come bollitore base, il sito “il Capo dei Cattivi” è completissimo, spiega bene come costruirsi il cestello e contiene molti link e consigli su dove reperire il materiale. Lo stesso sistema è ben spiegato, con annessa discussione, anche su questo post nel Forum della Birra.

Quello che mi ha sempre frenato dal provare a costruire il cestello era la mancanza di conoscenti che potessero costruirmi e saldarmi un tubo circolare ad un doppiofondo. Poi l’illuminazione! L’amico Jigen, fondatore del Forum della Birra, mi dice “perchè non ti procuri una canna fumaria in inox del giusto diametro?

perchè non ti procuri una canna fumaria in inox del giusto diametro?

ne fanno anche in AISI316!”. Vado su Ebay e trovo quello che fa per me… con 30 euro ho acquistato un tubo AISI316 diametro 30cm e lungo 50cm (la mia pentola BUFFALO ha un diametro interno di 34, quindi ho 2 cm di margine per ogni lato).

Il doppiofondo me l’ero fatto fare da una ditta di Cesena che lavora inox, pensavo di utilizzarlo per una futura prova di All Grain a 3 tini, ma poi ho abbandonato l’idea e mi è rimasto inutilizzato per mesi. Ovviamente era diametro 34, per coprire tutta la pentola… non ho fatto altro che tagliarlo di misura per il tubo, in modo che potesse inserirsi al suo interno senza lasciare bordi scoperti.

E qua arriva il problema… “chi mi salda il fondo al tubo?” Pensando e ripensando… alla fine ho trovato la semplicissima soluzione grazie all’amico Gerry, che sulla chat Telegram “Automatismi x Homebrewing”, ha postato una foto di come ha costruito il suo cestello. Semplicemente ha messo delle “L” di acciaio e ha fissato il fondo al cesto con delle viti e bulloni. Semplice e geniale!

Capito come costruire la carcassa del cesto mi sono detto “ma il sistema di troppo-pieno del GF è davvero indispensabile?”

“ma il sistema di troppo-pieno del GF è davvero indispensabile?”

 la risposta è ” NI’ “…

Il funzionamento di questo tubo è ben descritto qua. In teoria stando attenti a ciò che succede in pentola durante tutto l’ammostamento non servirebbe. Il troppo-pieno interviene solamente se il letto di trebbie che filtra il mosto che va in ricircolo è troppo compatto, dovesse succedere basterebbe abbassare il flusso della pompa (con Solar Project si può mettere un potenziometro, io uso una pompa IWAKI magnetica a 220V e ho messo un rubinetto sul flusso in uscita), per evitare che la parte superiore del cestello trabocchi.

Il problema è che avevo in mente di tenere il coperchio appoggiato sulla pentola durante l’ammostamento (anche il Grainfather lo permette, ma è in vetro, quindi si può tenere tutto sotto controllo con la pentola chiusa), in questo modo non ho sott’occhio quello che succede e in caso di problemi non avrei modo di intervenire prontamente. In più mi piace avere (come in BIAB) un sistema automatico e senza bisogno di intervento da parte mia durante tutto il mash (una volta ho fatto la birra la mattina alle 6, ho misurato il PH e poi sono tornato a letto per 1 ora prima di estrarre la sacca ed andare avanti con la cotta ahaha).

Ho quindi deciso di mettere anche il sistema di troppo-pieno. Al momento della costruzione del cestello (circa 3 mesi fa) l’unico ricambio originale Grainfather che si trovava per questi scopi era il pezzo superiore, quello che scorre su e giù e che serve per regolare l’altezza del tubo. Ora Birramia ha messo a catalogo anche quello inferiore, che invece io ho dovuto far costruire all’amico Luca, che ha perso anche giorni e giorni per decapare e passivare tutte le saldature, in modo che non si ossidino col tempo.

Sempre Luca ha studiato un modo ingegnoso per creare un sistema di sospensione del cestello durante le fasi di sparge. Il risultato è del tutto simile a quello del Grainfather originale, si estrae il cesto, lo si ruota e si appoggiano i “piedini” sugli appositi sostegni che sporgono da un cerchio di acciaio che si incastra sul bordo della pentola (in questo caso è importante che il cestello non sia di misura precisa con la pentola, ma che resti margine, altrimenti non c’è spazio per i sostegni. Come detto sopra nella mia rimangono 2cm per lato).

L’ultimo “pezzo del puzzle” è il cerchio forato che va incastrato dentro al cesto nella parte superiore e che va ad appoggiarsi sui grani durante il mash e lo sparge. Serve per distribuire il flusso del liquido, che lasciato circolare libero sulle trebbie andrebbe a trovare canali preferenziali e non laverebbe uniformemente tutti i malti. Per costruirlo ho riutilizzato un vecchio doppiofondo, anch’esso tagliato di misura, al quale ho applicato due anelli per l’estrazione e l’inserimento nel tubo. Il Grainfather ha una guarnizione in silicone che passa tutto attorno al bordo del cerchio, permettendo di sigillare perfettamente le due parti. Ho provato ad acquistarla come ricambio originale, ma essendo il mio cesto più grande non calza e non ho potuto usarlo. Il mio consiglio è di tenersi di misura precisa in modo che il filtro superiore si incastri nel cestello e scorra su e giù bloccandosi dove voluto. Un metodo un po più “artigianale”, ma funzionante.

LO SPARGE

Oltre al cestello mi serviva anche una pentola per lo sparge. Ho optato per una (sovradimensionata) pentola da 30 litri, alla quale ho montato un rubinetto da 1/2 pollice e un pozzetto portasonda. Per scaldare l’acqua di sparge (dai miei conti sono meno di 20 litri a cotta) pensai all’inizio ad una resistenza immersa, in modo da poterla attaccare ad un termostato ed avere l’acqua a temperatura perfetta. Purtroppo però ho la pentola di mash che consuma 2500watt e non rimango margine sul contatore per poter attaccare altre diavolerie (il Grainfather invece ha un utile switch per regolare la potenza durante il mash, in modo da abbassare i consumi a 650watt). Ho fatto qualche prova e alla fine ho notato che mi basta mettere la pentola per una quindicina di minuti sul fornello da cucina per portarla a temperatura, quindi ho optato per la cara vecchia fiamma, limitando gli aggeggi elettrici.

PANNELLO DI CONTROLLO

A questo punto avevo tutta l’attrezzatura pronta per il primo test, ma mi ritrovavo con vari termostati, sonde e spine tutte divise. Ho quindi deciso di costruire un grande pannello elettrico in cui montare tutti i termostati e i comandi per le pompe, così da non avere fili e dispositivi nel mezzo al momento della cotta.

Ho acquistato:

Alcuni componenti li ho acquistati al negozio di materiale elettrico fisico, per risparmiare sulle spedizioni.

N.1 – Cassetta stagna misure 380x300x120

N.4 – Interruttori a leva unipolari

N.4 – Interruttori a bilanciere luminosi

N.4 – Presa XLR 3 Poli

N.5 – Spine XLR 3 Poli da pannello

N.6 – Prese 2P+T VIMAR Plana

N.1 – Set da 10 Copriforo VIMAR Plana

N.5 – Contenitori da Parete IP55 2 Prese VIMAR

N.1 – Monitor Tester Amperometro Voltmetro ecc

N.1 – Termostato PID InkBird ITC-100RH

Oltre ad altro materiale vario per connessioni e collegamenti.

L’idea era di avere la possibilità di “switchare” tra metodo BIAB e BIAP senza dover ritarare il termostato

L’idea era di avere la possibilità di “switchare” tra metodo BIAB e BIAP senza dover ritarare il termostato

(dato che il PID va tarato nelle condizioni di mash precise) e di avere un ulteriore monitor per la temperatura di sparge.

Per farlo ho semplicemente smontato tutti i componenti dei due PID (compreso Relè SSR ecc) che già avevo e li ho riassemblati sulla parte destra del pannello, prevedendo anche un interruttore per accensione e spegnimento e uno per il bypass del termostato, da attivare quando vado in bollitura.

Sulla sinistra ho messo un termostato PID nuovo della InkBird, acquistato su Amazon, che utilizzo per monitorare la temperatura di sparge, al quale ho collegato un cicalino sui pin di allarme, che suona quando la temperatura raggiunge i 75 gradi, in modo da ricordarmi di spegnere il fornello per non rischiare di andare oltre gli 80 gradi.

Sotto ho messo 2 interruttori per accensione e spegnimento delle due pompe (una che uso in BIAB e una in BIAP) e un STC-1000 con funzione di solo riscaldamento, che userò per tenere la temperatura in pentola per i batteri lattici in caso di Gose o Berliner Weisse (attaccando un cavo riscaldante, con il metodo di Brewing Bad).

Ho preferito la possibilità di avere sonde removibili dal pannello, in modo da poterle mettere e togliere a piacimento. Per farlo ho applicato, su dei copriforo bianchi, delle prese XLR3, ai quali attacco i relativi connettori che ho stagnato ai fili delle sonde.

Ho preferito prendere delle scatole sigillate IP55 per le prese elettriche e delle sonde, in modo da sigillare il piu’ possibile la scatola. Non dovrebbero esserci problemi, ma avevo paura che il vapore potesse in qualche modo infierire sui componenti elettrici interni.

IL METODO DI PRODUZIONE

Per quanto riguarda la produzione, lavoro esattamente come si fa con un Grainfather originale, basta cercare i video su youtube per capire come funziona.

Una volta messa la giusta quantità di acqua di mash, inserisco il cestello e scaldo, portando a temperatura di mash-in. Poi inserisco i grani macinati mentre mescolo bene (applicando un tappo al tubo di troppo pieno ed uno strofinaccio a coprire il buco tra il cestello e la pentola).

Per il calcolo dell’acqua da mettere in pentola e in sparge. Dato che ho circa 10 centimetri che separano il fondo della pentola dalla base del cestello, ho 5 litri di acqua che non restano a contatto con i grani, quindi devo calcolare un aggiunta di quella quantità oltre al rapporto acqua/grani che scelgo (solitamente 3 litri su chilo). Se, ad esempio, ho una ricetta con 5 chili di grani, oltre ai 15 litri calcolati, devo metterne altri 5 per coprire il fondo, quindi diventano 20 litri in pentola di mash (che sottraggo dai litri di sparge).

Una volta messi i grani e amalgamato ben bene tutto applico il filtro superiore, che deve appoggiarsi sui grani senza premerli. Poi attacco la pompa per il ricircolo, appoggiando il tubo in modo che si crei un piccolo vortice ed uno strato di qualche centimetro al di sopra del filtro, in modo che le trebbie vengano lavate uniformemente.

Misuro e regolo il PH, poi lascio per il tempo di mash.

Nel frattempo attacco il fornello dello sparge e porto a temperatura.

Alla fine del mash stacco la pompa di ricircolo e tolgo il tubo. Alzo il cestello e lo appoggio sui sostegni, lasciandolo a gocciolare.

Attacco il tubo della pentola di sparge alla pompa e inizio a buttare acqua sopra il filtro superiore, che copre i grani.

Ho notato che i grani, gocciolando, perdono molto volume, quindi prima di attaccare lo sparge abbasso ulteriormente il filtro per andare ad appoggiarlo sui malti.

Regolo il flusso in modo da creare uno strato di acqua di circa 1 centimetro sopra al filtro, in modo da non lasciare mai i grani scoperti.

Per quanto riguarda il mashout, io nelle prime due cotte di prova non l’ho fatto

Per quanto riguarda il mashout, io nelle prime due cotte di prova non l’ho fatto.

Il concetto alla base del mash-out dice che serve per bloccare gli enzimi, che restando a temperature favorevoli continuerebbero a lavorare e si rischierebbero problemi.

La mia situazione è questa… appena alzo il cestello attacco subito la resistenza della pentola (semplicemente mettendo su ON lo switch del bypass del PID), che accendendosi scalda il mosto, quindi non rimane in temperatura per più di 3 o 4 minuti. Sui grani butto acqua a temperatura di mash-out (76/78 gradi), quindi anch’essi vanno a scaldarsi e non restano fermi… Questo mi fa risparmiare un sacco di tempo, quindi penso che continuerò a non farlo.

Per quanto riguarda il resto del processo, attendo che finisca il filtraggio e poi semplicemente tolgo il cestello e continuo con la classica bollitura, che non sto ad illustrare in quanto identica al metodo BIAB precedente.

DIFFERENZE TRA BIAB E BIAP

Innanzitutto vi consiglio di leggere l’articolo di Brewing Bad

Innanzitutto vi consiglio di leggere l’articolo di Brewing Bad “Il BIAB fa veramente così schifo?” dove Francesco illustra bene la situazione, difendendo (giustamente) la sacca.

E’ presto per poter sparare sentenze sul prodotto finito, ma posso già elencare alcuni pro e contro che differenziano le due tecniche.

  • Quantità di mosto in fermentatore = BIAB 21/22 litri – BIAP 26+
  • Tempi di produzione (monostep, compresa pulizia) = BIAB 4 Ore e 30 – BIAP 4 Ore e 30
  • Sparge = BIAB NO – BIAP SI

In BIAB si ha un mosto più diluito, cosa che alcuni pensano porti a birre meno corpose… con l’esperienza ho capito che basta regolare un minimo il grist (magari aggiungendo un po più di grani che danno corpo e sapore maltato) e la temperatura di mash (1 grado piu’ in alto rispetto a come si fa in AG Classico) e il problema è risolto.

Il mosto che esce da un mash in BIAB è torbidissimo, in BIAP si porta in bollitura un mosto molto limpido. Anche a fine bollitura sul fondo, dopo il whirpool, rimane tanto meno residuo e ho notato che la serpentina si sporca molto molto meno.

CONCLUSIONI

Per ora è tutto qua, ho già fatto due cotte (la prima l’ho imbottigliata oggi, una Blonde Ale semplice semplice con luppolo EKG anche in dryhop) e pian piano ci sto prendendo le misure. Già dalla seconda cotta ho avuto risultati abbastanza simili a quelli sperati, spero di riuscire a centrare perfettamente OG e litri finali con il terzo tentativo (che ancora non ho in mente, attenderò ancora un paio di settimane prima di cimentarmi).

Quello che posso dire è che con questo metodo sporco molto meno la pentola, la serpentina e l’hop-spider e che porto in fermentatore un mosto più pulito e limpido. Che faccio sparge, quindi ho aumentato l’efficienza di circa 10 punti (non che mi interessi, ma uso meno malto rispetto a prima), che posso produrre molti più litri (oggi ho imbottigliato 23 litri, ma ne ho eliminati 4 nei 2 travasi che ho fatto per essere sicuro della limpidezza della birra finita, quindi potenzialmente ne avrei avuti anche di più). L’ultima considerazione è che i tempi di produzione sono del tutto simili a quelli del BIAB (nell’ultima cotta ho fatto tutto, pulizia compresa, in sole 4 ore e 15 minuti).

Per ora mi sto trovando bene, anche la pulizia del cestello è più agevole di quel che pensavo (faccio quasi prima a lavare quello che la sacca), quindi penso che continuerò così. Un po presto per dire se sarà il metodo definitivo per il futuro, ma la certezza è che mi sono risparmiato 900 euro di Grainfather costruendomelo da solo (con l’aiuto di amici e pezzi di ricambio originali).

AGGIORNAMENTI:

PREZZI DEL CESTELLO

In molti mi hanno chiesto una stima dei prezzi per la costruzione del cestello. Li avevo tralasciati, in quanto la parte costosa sono i due falsi fondi che si utilizzano per la base del cesto e da appoggiare sopra i grani.

In ogni caso posso stimare le cifre in questo modo:

  • Canna fumaria INOX AISI 316 Diametro 30, Altezza 50cm = €30 spedita da Ebay
  • I due Falsi Fondi = posso stimarli a 40€ circa l’uno, magari contattate l’utente “Cri091” del forum Areabirra (trovate il suo post nel mercatino QUA oppure su facebook QUA )
  • Tubo Troppo-Pieno Inferiore = €26,90 da Birramia (così risparmiate di costruirvelo da soli)
  • Tubo Troppo-Pieno Superiore = €16,90 da Birramia
  • Io comprai anche l’articolo “Grainstopper”, che è quel tubo che si inserisce nel troppo-pieno per evitare che vi finiscano i grani mentre si inseriscono = €5,50 da Birramia (sostituibile con un bullone a testa larga del giusto diametro o semplicemente adattando altro, non deve rimanere in posizione più di 5 minuti).

Questo è quello che ho acquistato nei negozi. Il resto, come ho detto, me l’ha costruito l’amico Luca su misura. Vi consiglio di cercare qualcuno che lavora l’acciaio e che possa farvi un sistema adattato al vostro impianto. Purtroppo non posso quantificare le ore di lavoro e l’utilizzo di materiale per gli altri componenti del cestello.

Volendo, su Birramia hanno anche il kit per la produzione di soli 10 litri, dal costo di €25, che comprende il Tubo per troppo pieno Inferiore e Superiore assieme, da cambiare a quelli sopra. Utili se si vuole fare qualche cotta “pilota”. Praticamente si tratta di tubi più corti, che permettono di abbassare ulteriormente il filtro superiore, per coprire anche in caso si abbiano meno grani (con i normali tubi lunghi, dopo una certa altezza il filtro tocca l’elemento sporgente del tubo superiore e non si riesce ad abbassare più di un tot).

Segnalo anche che da qualche giorno lo stesso Cristian, che costruisce i doppifondi, ha iniziato a costruire anche cestelli completi. Trovate il suo post sul gruppo “Mercatino Homebrewing” di Facebook.

IL SOSTEGNO PER IL CESTELLO

Un’altra mancanza alla quale devo sopperire è che non ho postato le foto di come è costruito il sistema di appoggio del cestello. Si tratta di un anello di acciaio che si infila all’interno del bordo della pentola, in modo da non bucare quest’ultima. Saldati ad esso vi sono i 4 appoggi dove andranno a posizionarsi i 4 “piedini” del cesto durante la fase di sparge.
E’ un modo ingegnoso che Luca ha trovato per creare qualcosa che si avvicinasse il più possibile al sistema originale del Grainfather.

Altri hanno invece messo delle viti a scomparsa o delle L che si richiudono ruotando. In quel modo bisogna però tenere il cesto sospeso e riuscire ad azionare i dispositivi quando si va a fare sparge, e vi assicuro che il cesto con i grani zuppi di liquido non pesa poco, quindi cercavamo qualcosa di più comodo.