Eccoci qua,

è da qualche mese che sempre più persone, nei forum o in real, mi chiedono che tipo di impianto ho, dove ho comprato la pentola, come faccio a fare il mash, se la pentola bolle vigorosamente, come ossigeno il mosto prima di inoculare il lievito…

Dato che ho finalmente raggiunto una stabilità tale da permettermi di cancellare dalla mia testa la voglia di ampliare o cambiare pezzi del mio impianto, ritengo sia doveroso racchiudere in un solo post tutta la fase di produzione e tutti i link e i prezzi per l’acquisto del materiale che utilizzo.

Ci tengo a precisare che questo è come IO faccio la birra, non è necessariamente il metodo migliore o piu’ economico. I risultati sono buoni, il lavoro da fare è poco e l’automatizzazione è giusta. Non voglio costringere nessuno ad acquistare attrezzature o altro. L’intento della guida è, come sempre nei miei post, quello di dare un consiglio a chi sta iniziando, per permettergli di spendere il meno possibile ed avere materiale valido e funzionale.

Premetto che io produco nel fine settimana, iniziando la mattina presto. Solitamente la sveglia suona la mattina alle 7.

Il nostro viaggio inizia la sera prima della cotta, quando scendo in cantina, nello stanzino dove produco, ed effettuo macinatura ed eventuale modifica dell’acqua con i sali.

PREMESSA:

Per la produzione della mia birra utilizzo una pentola elettrica BUFFALO da 40 litri, acquistata QUA da Amazon inglese e pagata 204 sterline spedita (circa 240 euro). Arrivata in Italia in circa 5 giorni lavorativi. Ad essa ho applicato una coperta termica autoprodotta come descritto QUA.
Con questa pentola è possibile produrre all’incirca 20/23 litri di mosto.

La sacca che utilizzo l’ho acquistata QUA a 22 sterline (circa 27 euro) spedita (Arrivata in Italia in circa 1 settimana).

Il doppiofondo l’ho autocostruito utilizzando una base per raffreddare le torte acquistata QUA e delle viti e bulloni in acciaio AISI adatti per la birrificazione, acquistati in un negozio di articoli per nautica (è lo stesso acciaio che utilizzano sulle barche perchè non arrugginisce con la salsedine e l’acqua salata, o almeno così credo).
Ho fatto questa scelta perchè volevo un fondo che mi garantisse la distanza della sacca dal fondo riscaldato (altrimenti si brucerebbe sulla resistenza), ma allo stesso tempo uno scambio molto ampio di liquido tra la parte sovrastante e quella sottostante il fondo. Altra considerazione è che ho la sonda che acquisisce la temperatura al disotto del doppiofondo, quindi utilizzandone uno piu’ chiuso avrei rischiato di misurare una temperatura molto diversa da quella del resto del mosto al di sopra.
In alternativa si puo’ contattare l’utente Cri091 del forum AreaBirra e chiederne uno su misura a circa 35/40 euro. In caso consiglio di chiederlo con i fori da 2mm, che sono i piu’ grandi disponibili. Trovate la discussione relativa QUA.

MACINATURA E MODIFICA DELL’ACQUA:

Per macinare i grani utilizzo un mulino a 2 rulli con cuscinetti. Oggi si puo’ trovare lo stesso identico modello QUA in offerta a 105€:

Per macinare attacco un trapano avvitatore al mulino. Questo mi permette di macinare circa 6 chili di grani in soli 10 minuti. Ricordo che per fare BIAB è consigliato sfarinare un po.

 
         
Vado poi ad immettere in pentola l’acqua necessaria (ed eventualmente peso ed immetto già i sali necessari per la modifica). In questo caso dovevo mettere 32,30 litri di acqua. Misuro i litri con un “RIGHELLO MISURA-LIVELLO DEL MOSTO“, costruito seguendo la GUIDA del mitico Salvatore di Brewing Friends, ed in seguito metto anche il doppiofondo.
   
Una volta che tutto è pronto inserisco la presa della pentola nel termostato con PID, autocostruito seguendo la guida di Francesco di Brewing Bad (ed acquistando il materiale per la costruzione a 78€ QUA) e poi attacco il tutto ad una spina con timer (acquistata QUA a 11,50€), che permette di dare corrente negli orari prestabiliti.
Dovendo iniziare la cotta alle 7 di mattina, faccio accendere il termostato che scalderà l’acqua alle 6, in modo da arrivare il giorno successivo con l’acqua già calda e pronta per inserire i grani al primo step.
   
 Metto anche la sonda del termostato all’interno del portasonda che ho nella pentola e lo fisso con un pezzo di nastro adesivo americano, perchè il mio portasonda, acquistato QUA a 17€, seppur di ottima qualità, non ha una vite per poter fissare il cavo della sonda.
   
Attacco poi alla pentola i tubi in silicone adatto per le alte temperature (acquistabile QUA a 6,10€ al metro), che vanno alla pompa per il ricircolo.
Come pompa utilizzo una IWAKI MD-10 acquistata su Ebay, ma ormai introvabile purtroppo (per spender poco ed avere un buon prodotto molti optano per la Solar Project, acquistabile QUA a 23€ ed applicabile direttamente all’uscita del rubinetto). Per il tubo che reimmette acqua nella pentola ho effettuato un foro nel coperchio.
Ho applicato sul tubo anche un rubinetto, che mi permette di regolare il flusso del mosto che andrà in ricircolo.
      
      
IL GIORNO DELLA COTTA:

La mattina della cotta arrivo giù e, come detto, l’acqua è già alla giusta temperatura per il mash-in. Quello che faccio è quindi inserire la sacca e seguentemente i grani macinati, facendo attenzione a mescolare bene mentre li immetto in acqua, per evitare che facciano grumi.

Dopo una decina di minuti della fase di saccarificazione vado a prelevare un campione di mosto e ne misuro il PH con il PHmetro AD12 della ADWA, pagato meno di 40 euro su Ebay . Lo consiglio perchè ha anche un sensore di temperatura ed autoregola il valore del PH a seconda della temperatura rilevata. Questo permette di non dover raffreddare il mosto per poter effettuare la misurazione (altri PHmetri, come ad esempio il famoso HANNA checker, non hanno questa funzione; in piu’, secondo la mia esperienza, sono meno precisi e stabili nella misurazione). Se il PH è troppo alto aggiungo acido lattico.

   
Il mash procede e dopo 60 minuti è il momento del test dello IODIO. Si preleva un campione di mosto e gli si buttano 2 gocce di iodio. Se il campione non si colora di nero la conversione è terminata e possiamo estrarre i grani ed andare a strizzare.
   
Per strizzare utilizzo una vecchia pentola molto larga, sopra la quale appoggio un gigantesco scolapasta. Per evitare le scottature utilizzo un paio di guanti in silicone dell’IKEA.
      
      
   
Mentre tolgo la sacca per strizzarla copro la pentola col coperchio e porto a bollire, bypassando il termostato e dando corrente diretta alla pentola elettrica settata al MAX.
Immetto poi in pentola anche il liquido recuperato dallo strizzaggio, effettuo la misurazione della quantità di mosto che andrà a bollire e della OG pre-boil. In caso la OG dovesse essere troppo bassa sarebbe giusto bollire per qualche decina di minuti “a vuoto” prima di immettere i luppoli da amaro (che bolliranno poi i canonici 60 minuti, che andranno fatti partire solo al momento dell’inserimento), oppure andrebbe aggiunto estratto di malto nella giusta quantità, ma di solito evito questa pratica per non stravolgere la ricetta.
Se la OG fosse troppo alta invece, andrebbe aggiunta acqua fino al raggiungimento del giusto valore.
Vado poi a bollire e per la luppolatura inserisco in pentola un contenitore retato per il luppolo, acquistato QUA, a 139€. Trovate tanti altri luppolatori a prezzi molto piu’ abbordabili, ma la peculiarità di questo di BacBrewing è che è totalmente smontabile per la pulizia.
Considerando che deve comunque sempre bollire la pulizia accurata non è proprio necessaria, quindi potete tranquillamente contattare l’utente Cri091 di AreaBirra, che ve lo costruirà su misura per una 50ina di euro. Trovate il suo articolo sul mercatino QUA dove spiega tutto quello che produce.
Durante la bollitura immetto ovviamente i vari luppoli da amaro e aroma (metto sempre anche nutrienti per il lievito Wyeast e irish moss per coagulare le proteine) e, alla fine spengo la resistenza della pentola.
Tolgo il cestello per il luppolo e poi attendo qualche minuto perchè il mosto si fermi dal suo ribollire.
Per effettuare il whirpool utilizzo una pala comprata QUA a 32,50€, che attacco al trapano e faccio girare molto piano. Il segreto è creare un mulinello costante e poi togliere la pala quando ancora sta girando, per non interrompere il flusso del mosto che gira.
Potete vedere un video-esempio del funzionamento della pala QUA.
Questo è il risultato che avrà il whirpool a fine travaso del mosto nel fermentatore. Come vedete molte schifezze rimangono sul fondo.
Per raffreddare il mosto utilizzo uno scambiatore a 40 piastre, comprato a 56€ su ebay QUA.
Ovviamente durante la bollitura ho sanitizzato tutto il materiale che verrà poi a contatto con il mosto, tra cui tubi in silicone, scambiatore a piastre, ossigenatore e tutto il resto.
Ecco la fase di travaso del mosto, che passa nei tubi in silicone e nello scambiatore. Il mosto passa velocemente da 98 a 24/25 gradi, con un solo passaggio.
      
Regolo la velocità di uscita del mosto tramite il rubinetto della pentola. L’obiettivo è di raggiungere la giusta temperatura di fermentazione, misurata tramite termometro a sonda (ovviamente sanitizzata) HANNA acquistato QUA a 53€.
Una volta travasato tutto il mosto (lasciando in pentola i residui del whirpool), passo all’ossigenazione tramite pompetta e ossigenatore in acciaio inox. Io li ho comprati usati da un utente su di un forum, ma l’ossigenatore è reperibile QUA a 24€ e l’aeratore QUA a 54€.
   
Quando il mosto è ben ossigenato prendo il lievito e lo inoculo. In questo caso ho preparato uno starter nella settimana precedente alla cotta, con un lievito liquido Wyeast. In caso di lievito secco non effettuo la reidratazione, mi limito ad aprire la bustina e a buttarne il contenuto spargendolo sulle bolle create dall’ossigenazione del mosto.
   
Finalmente posso chiudere il fermentatore col coperchio ed immettere il gorgogliatore. Non utilizzo più i rubinetti dei fermentatori in quanto per i vari travasi uso un sifone (acquistato QUA a 15,40€) e perchè ritengo che diano solo problemi nella sanitizzazione. Al loro posto metto un “tappo” in acciaio inox comprato QUA a 6€.
Metto poi il fermentatore dentro al freezer termostatato e setto la temperatura nel termostato STC-1000 (QUA spiego come costruirlo) che ne regola la stabilità attaccando e staccando il freezer stesso ed una fascia riscaldante da terrario comprata QUA a 38€.
E siamo giunti alla fine della cotta. Il mosto sta fermentando e la temperatura è regolata. Non ci resta che attendere…
SI, MA QUANTO SI SPENDE?
Facciamo una botta di conti sul costo del materiale per il mio metodo di produzione:
MATERIALE NECESSARIO:

PENTOLA – 240
SACCA – 27
DOPPIOFONDO – 35
TERMOSTATO PID – 78
TUBO SILICONE (2 METRI) – 12,20
POMPA – 23
SCAMBIATORE A PIASTRE (CAMBIABILE CON SERPENTINA O ALTRO) – 56

MATERIALE OPZIONALE:
PHMETRO (OPZIONALE) – 40
MULINO (OPZIONALE) – 105
PORTASONDA (OPZIONALE) – 17
SPINA CON TIMER (OPZIONALE) – 11,50
CONTENITORE LUPPOLO (OPZIONALE) – 50
PALA PER WHIRPOOL (OPZIONALE) – 32,50
TERMOMETRO (OPZIONALE) – 53
OSSIGENATORE (OPZIONALE) – 24
AERATORE INOX PER OSSIGENATORE (OPZIONALE) – 54

Nella lista non sono comprese le varie tubature per acqua dello scambiatore, rubinetteria, pentola e colapasta per lo strizzaggio (dato che ognuno è libero di procedere come meglio crede in questa fase) e altro materiale accessorio.

Considerando questi dati direi che solo per il materiale “necessario” superiamo le 470 euro e manca ancora un bel po di roba, acquistabile poi col tempo.

Qualcuno potrebbe pensare “bhè a quella cifra piuttosto aggiungo 300 euro e mi prendo un Grainfather” e sto a posto… e io gli risponderei “e faresti bene!”.

Quello che penso realmente è che il grainfather è forse TROPPO automatizzato ed automatico. Toglie completamente l’apporto “umano” alla birra e mi da l’idea di un sistema che da poi poca soddisfazione al momento di andare ad assaggiare il prodotto finito.
Quello che mi viene da pensare è che porti la birra ad un raduno e ti chiedono “come la fai?” e tu “col Grainfather” e loro “ah ok, la fa lui allora”.

Ma sono solo miei viaggi mentali… ognuno è libero di procedere come meglio crede, conosco alcuni homebrewer che sono ossessionati dal perfezionamento delle proprie ricette e col grainfather hanno trovato un modo per avere la ripetibilità delle proprie birre al giusto prezzo.

CONCLUSIONI

Come ho accennato ad inizio articolo quella che ho proposto è solo la MIA esperienza personale. Volendo risparmiare si puo’ puntare su di una resistenza ad immersione da applicare ad una normale pentola economica da 40 o 50 litri, nessuno lo vieta. Si puo’ escludere il termostato e regolare la temperatura “manualmente” spegnendo la resistenza e chiudendo la pentola al raggiungimento del target… ognuno, come già accennato, è libero di interpretare l’homebrewing come meglio crede.

Quello che posso garantire è che con questo metodo io ho un sistema pienamente automatizzato. Per fare un esempio di una cotta con mash monostep, io mi sveglio alle 7 di mattina, metto sacca e grani in un’acqua già a temperatura, attendo qualche minuto per misurare il PH e modificarlo a 5,4 e poi lascio la stanza del mash e me ne vado su in casa a farmi i fatti miei per ben 40 minuti circa, fino alla fine dei 60 minuti del mash, dato che ci pensa il termostato PID a regolare la temperatura.
Poi torno giu’, estraggo e strizzo la sacca e vado a bollire. L’unica “fatica” che faccio è proprio questa, estrarre e strizzare… STOP.
Per il resto si tratta di sanitizzare, pulire, montare e smontare l’attrezzatura, nient’altro.
Lo reputo un metodo molto pulito (è possibilissimo utilizzarlo anche in appartamento), veloce (per una cotta monostep spesso in 4 ore ho già finito e pulito tutto) ed efficace.